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Negli anni novanta, ho condotto vari laboratori sperimentali in strutture psichiatriche francese perché mi interessava proporre questa possibilità di espressione fuori dalle scuole e dai centri d’arte. In quest’ottica, l’ installazione L’ora del lupo è stata messa a disposizione del pianista e musicoterapeuta Renato Pantaleo per uno sperimento originale coinvolgendo, insieme a Laura Spacca (teatro-danza) e Tiziana Raccuglia (violoncello), i suoi pazienti psichiatrici i (adulti).
Si sono alternati, per alcune settimane, laboratori di scrittura ed espressione corporea in mezzo alle sagome mobili. Il progetto si è dovuto fermare con la sospensione del finanziamento regionale.
Il viaggio incontro alle proprie paure si compie lungo un itinerario che si snoda nel doppio di ogni essere umano. La paura è un incontro con “l’ombra”, una immersione nel mondo delle cose irrisolte, dei traumi e delle illogicità dell’essere. La saturazione dello spazio dell’ombra sottrae energia ai percorsi vitali, ponendo l’individuo nella perenne attesa della violenza, del dolore, dell’inganno e dell’ostilità. Accompagnammo, io e Anne, un gruppo di miei pazienti psichiatrici incontro alla paura, attivando un’esperienza che li coinvolse in corpo, emozioni, voci e suoni. Furono accompagnati in una danza tra le sagome, divennero loro stessi spartiti di musica improvvisata sulle lacrime, sulle espressioni, i gesti, le torsioni, le fughe. Scoprirono la capacità di trasformare la paura in gioco, le sagome furono indossate, strappate, calpestate, sfiorate o semplicemente evitate. Il gioco prese il posto del vero. Alla fine, tutti sorrisero. Sorrisi trionfanti, sprazzi di coraggio, danzando il passato nel gioco del presente. Fu Terapia. Fu Arte. Che nessuno di noi, ne sono certo, potrà dimenticare.
Renato Pantaleo